Fattura elettronica: una battaglia vinta!

Avevamo già parlato della  fattura elettronica  quando era entrata in vigore per i rapporti tra le organizzazioni non profit e la Pubblica Amministrazione.

Successivamente nella nostra  newsletter  avevamo pubblicato degli approfondimenti, avvisando che la normativa avrebbe causato molti problemi alle associazioni.

Non solo dal punto di vista organizzativo/gestionale: basti pensare a quale software scegliere, ai costi da sostenere, alla archiviazione e gestione dello storico, ecc.

Ma anche dal punto di vista legale perché eravamo convinti che non tutte le attività svolte dalle associazioni debbano essere fatturate.

Il nodo è arrivato al pettine e possiamo dire di aver risolto un grosso problema ad un nostro cliente.

Pubblichiamo di seguito la storia e i riferimenti normativi, perché pensiamo che potrebbero essere utili a molte altre associazioni.

 

Perché la Pubblica Amministrazione chiedeva la fattura elettronica

L’associazione nostra cliente aveva partecipato ad un bando pubblico del suo Comune ed aveva vinto. Nella delibera comunale, per l’erogazione del contributo assegnato, si chiedeva la fattura elettronica per i possessori di partita IVA.

L’associazione ha partita IVA perché realizza occasionalmente  attività commerciale,  ma l’attività descritta nel progetto approvato rientra pienamente nel novero delle attività che l’associazione svolge nell’attuazione degli scopi istituzionali previsti dallo statuto, quindi secondo il nostro parere non avrebbe dovuto emettere fattura. Sicuri della nostra affermazione, abbiamo presentato un’istanza.

 

Perché secondo noi la fattura elettronica non era dovuta

Nell’istanza abbiamo ribadito che l’associazione svolge le attività descritte nel progetto nella piena attuazione degli scopi istituzionali previsti dallo statuto.

Poi abbiamo precisato che l’associazione in questione è una APS (Associazione di Promozione Sociale) rientrante tra gli enti senza finalità lucrative, costituite ai sensi della Legge 383/2000.

Infine abbiamo riportato due importanti interventi che avvalorano la nostra convinzione.

Prima di tutti la  Circolare 34/2013 dell’Agenzia delle Entrate,  nella quale l’Agenzia ha sintetizzato i criteri di aiuto alle amministrazioni pubbliche e agli enti non profit per interpretare correttamente il rapporto, in modo da inquadrarlo dal punto di vista fiscale, soprattutto ai fini IVA.

Poi il Ministero dell’Economia e delle Finanze, che in  risposta  ad un’interrogazione posta in Commissione Finanze della Camera, ha precisato che gli enti non profit che forniscono prestazioni alla Pubblica Amministrazione possono continuare a certificare le somme ricevute emettendo note di debito in forma cartacea.

Nella risposta è scritto chiaramente che l’introduzione dell’obbligo della fattura elettronica verso la P.A. costituisce solo una diversa modalità di emissione della fattura, ma non incide sui presupposti per l’emissione della stessa, di cui agli articoli 1 e 6 del  decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972.

In parole povere, l’obbligo della fattura elettronica non modifica la natura del rapporto tra ente e Amministrazione Pubblica, ma interviene esclusivamente nella definizione del tipo di fatturazione.

Quindi l’ente pubblico deve richiedere la fattura elettronica agli stessi soggetti ai quali era corretto richiedere la fattura cartacea prima del 6 giugno 2014.

Vale a dire ai soggetti con i quali abbia un rapporto di natura commerciale che comporti il pagamento dell’IVA.

 

Com’è finita?

Il Comune, dopo aver vagliato la nostra istanza, ha accettato di ricevere una nota di debito al posto della fattura prevista dal bando.

Il motivo è semplice: se il rapporto tra l’ente pubblico e il soggetto non è per prestazioni corrispettive, non è dovuta la fatturazione da parte dell’organizzazione non profit, quindi neppure in forma elettronica.

L’associazione ha evitato notevoli complicazioni organizzative ed ha risparmiato l’IVA. I fondi risparmiati sono rimasti a disposizione delle attività previste dal progetto.

Ogni tanto qualche buona notizia arriva.

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