Fundraising per il non profit: fund…che?

Il  seminario gratuito sul fundraising territoriale per il non profit  si avvicina  (ti vuoi iscrivere?  I posti sono limitati, non aspettare l’ultimo minuto).

Ho chiesto a  Livia Accorroni,  che sarà relatrice insieme a me durante il seminario, di anticiparci qualche argomento che svilupperà durante il seminario.

 

Tanto per cominciare Livia, chi è il fundraiser e di cosa si occupa?

Quando mi sono avvicinata per la prima volta alla cosiddetta “raccolta fondi”, nell’ormai lontano 2001, credo che in Italia soltanto qualche decina di persone avrebbe saputo dire che cosa fosse un “fundraiser”.

E ancora oggi che sono effettivamente una fundraiser ed una consulente di fundraising, dopo anni di studio, esperienze, lavori e responsabilità in ambienti ed organizzazioni diversi, in città e regioni differenti, vedo che in giro c’è ancora molta confusione.

Il regolamento di  ASSIF  (Associazione Italiana Fundraiser) lo definisce come: “colui che opera in modo professionale ed etico, remunerato o a titolo gratuito, nella definizione e realizzazione delle strategie di comunicazione sociale, marketing sociale e raccolta fondi per organizzazioni del non profit.”

Riccardo Friede (consulente professionista, blogger e opinion maker del fundraising italiano) in una sua  riflessione  descrive così lo spiazzamento vissuto dai fundraiser stessi nel momento di spiegare il proprio lavoro: “Facciamo un lavoro così importante: generiamo welfare, creiamo le condizioni per un benessere diffuso, tuteliamo interessi comuni. A fianco dello Stato in teoria, ma in pratica sempre più in al posto dello Stato, a volte addirittura in sostituzione totale.”

 

In breve possiamo dire che aiutate le organizzazioni non profit a costruire relazioni stabili?

Esatto! Ma non solo:

  • aiutiamo le organizzazioni non profit ad individuare ed intessere relazioni durature con i donatori e i portatori d’interesse;
  • le sproniamo a dialogare con l’esterno, senza trascurare la comunicazione interna;
  • insegniamo loro a raccontare con orgoglio e semplicità la propria buona causa;
  • coinvolgiamo i potenziali sostenitori, volontari e i curiosi attraverso storie (passione) e cifre (razionalità);
  • pianifichiamo le attività (analisi e strategia, definizione obiettivi, mappatura relazioni, scelta strumenti, budget e comunicazione);
  • cerchiamo di cogliere al volo le opportunità e di cercarle senza sosta;
  • ci teniamo sempre aggiornati sugli strumenti e le tecniche;
  • rendiamo facile e appassionante il donare;
  • ringraziamo e ancora ringraziamo;
  • sorridiamo (molto);
  • accettiamo i “No, grazie” (moltissimo);
  • incoraggiamo i colleghi (sempre);
  • impariamo a non cedere allo sconforto.

Questo e molto, molto di più deve fare un fundraiser al servizio di un ente non profit.

 

Qual’è l’identikit del fundraiser italiano?

L’identikit del “fundraiser-tipo” italiano delineato dal  Censimento dei Fundraiser,  realizzato da Valerio Melandri, in collaborazione con Doxa, Centro Studi Philanthropy e l’Associazione dei fundraiser ci dice che è donna (64%), del Centro-Nord , ha età media 41 anni, è laureata (Scienze Politiche nel 40% dei casi) e con una specializzazione post-laurea. Spesso ha esperienze lavorative nel mondo profit, 7 anni di esperienza nell’esercizio della professione, è dipendente dell’organizzazione non profit nel 70% dei casi e con contratto a tempo indeterminato per il 50%.

Quanti siano i fundraiser ufficialmente operanti oggi in Italia non si sa con certezza; le stime parlano di 1.000/2.000. Di certo siamo aumentati parecchio negli ultimi 15 anni e non cessiamo di crescere!

 

Infine, quali sono le caratteristiche degli enti non profit con cui lavorano?

Le più forti e strutturate sono quelle che hanno investito in questo settore molto tempo fa, cioè le organizzazioni che si occupano di cooperazione e solidarietà internazionale, di protezione civile, di ricerca e istruzione.

Ma la crisi economica ha fatto sì che finalmente anche le piccole e medie organizzazioni non profit italiane si siano attivate su questo fronte (atteggiamento per alcuni impensabile, prima della recessione). La “crisi” come “opportunità”, in definitiva.

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Il fundraising è un territorio strategico e accessibile per tutte le organizzazioni non profit. Ma è un lavoro che richiede pazienza, sistematicità, pianificazione e voglia di mettersi in gioco. Durante il seminario spiegherò nel dettaglio ognuno di questi principi. In cambio tu mi aiuterai a capire come si rendiconta una raccolta fondi!

Germana Pietrani Sgalla

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