Riflesso ASD: uno spazio tutto per sé

È da molto tempo che volevo intervistare  Alessia D’errico,  tesoriera dell’Associazione  Riflesso ASD.

Ma Alessia è in eterno movimento, quindi è difficile bloccarla per una chiacchierata tranquilla.

È un vulcano di entusiasmo, energia e forza di volontà.

Questo entusiasmo l’ha portata 15 anni fa a fondare l’associazione culturale Riflesso in sé. Fu allora che ci conoscemmo e cominciammo a collaborare.

Oggi ha cambiato strada, fondando una nuova associazione sportiva dilettantistica e concentrandosi sulla sua professione.

 

Raccontami la tua nuova associazione: Riflesso ASD

Beh, tu Germana la conosci molto bene perché è anche grazie a te se questa nuova avventura si è concretizzata!

Dopo 15 anni di attività volontaria e gratuita all’interno dell’associazione che avevo contribuito a fondare, cioè Riflesso in sé, sentivo che era arrivato il momento di evolvere.

La danza mi aveva dato molto, ma dopo tanti anni avevo esaurito lo slancio e avevo voglia di cimentarmi in qualcosa di nuovo. E poi avevo bisogno di riprendermi del tempo per concentrarmi sulla mia professione.

Alla fine, siccome la mia vita è fatta di relazioni, ho avvertito l’esigenza di molte persone intorno a me di avere uno spazio “tutto per sé” come direbbe  Virginia Woolf.

Ho deciso quindi, insieme con altri soci, di fondare una nuova associazione: Riflesso ASD.

L’obiettivo è quello di promuovere e praticare attività fisiche che permettono di ritrovare il benessere psicofisico, in un ambiente intimo, per il piacere di trovarsi insieme in piccoli gruppi e lavorare in armonia.

 

Perché hai deciso di impegnarti nell’associazionismo?

A me piace molto stare in gruppo e vivere nel gruppo. Per qualche anno avevo perso questo piacere, vinta dalla stanchezza e sopraffatta dagli impegni con la danza. Ora lo sto riscoprendo.

Mi piace anche vedere negli altri il sollievo e la serenità di lasciarsi andare e godersi un momento per sé, per liberarsi dallo stress e dai problemi.

Noi facciamo attività sportive leggere e graduali, che possono permettersi tutti. Non ci interessano le gare o essere perfetti a tutti i costi. Vogliamo stare bene, rilassarci.

Se stiamo bene, poi succede che ci apriamo, parliamo, nasce il confronto e la condivisione con gli altri.

Tieni presente che ad appena un anno dalla fondazione di Riflesso ASD, abbiamo raggiunto 70 soci. Segno che il bisogno di aggregazione e condivisione che avevo io in realtà era sentito da molte altre persone, soprattutto all’interno del nostro quartiere.

 

Quali sono le sfide maggiori che avete incontrato e che vi ritrovate ad affrontare più spesso?

Me ne vengono in mente due che abbiamo di fronte ora.

La prima è gestire al meglio l’organizzazione delle attività associative. La nostra associazione è nata dal desiderio delle persone, quindi cerchiamo costantemente di creare delle attività in base ai bisogni che i soci ci esprimono.

Ci confrontiamo anche con gli abitanti del quartiere che non sono nostri soci, sia per cercare di migliorare la nostra offerta, sia per sensibilizzarli rispetto alla nostra organizzazione. Ci teniamo a dare spazio a tutti.

Tutto questo ovviamente comporta lavoro, attenzione e dedizione continui.

Il secondo problema è il mancato riconoscimento da parte del CONI delle attività sportive che svolgiamo. Questo comporta difficoltà organizzative e fiscali significative per una piccola associazione come la nostra.

 

Qual è il tuo rapporto con tornaconto&c.?

Intanto è un rapporto bellissimo! Tu sei molto efficiente e spesso mi hai fornito informazioni che neanche l’ente sportivo nazionale a cui aderiamo era in grado di darmi.

Tanto per dirne una: quando il nostro ente sportivo di riferimento ci ha avvisato che il CONI aveva tolto lo yoga dall’elenco delle discipline sportive riconosciute, io lo sapevo già da 10 mesi. Perché tu mi avevi già messo in allarme!

Grazie a te abbiamo avuto tutto il tempo per affrontare al meglio il cambiamento in atto.

Questo rapporto mi permette di lavorare tranquilla, sapendo di poter contare su un supporto sicuro.

In più tu ci segui tutta la parte amministrativa, sollevandoci da questo grosso impegno. Cosa potremmo desiderare di più?

 

Che dire…la vostra soddisfazione è il mio premio. Dimmi una cosa negativa, ma anche una positiva del mondo dell’associazionismo

Quella negativa è che si fa molta fatica ad orientarsi sulle tante norme che ci sono da sapere.

In base alla mia esperienza posso dire che per gestire la parte contabile e burocratica o ci sei portato o devi avere una formazione specifica.

Sempre ammesso che tu voglia fare bene le cose, seguendo le leggi che ci sono e senza furberie.

Quella positiva è il rapporto che si crea tra i soci: si fa amicizia con persone di tutte le età, provenienza, professione. Per me che sono un animale sociale è bellissimo!

 

 

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