Con questo articolo siamo arrivati al termine del nostro viaggio di esplorazione di tutte le fasi di vita di un’associazione.
Abbiamo esaminato:
- l’ideazione
- i documenti statutari
- l’EAS ed i libri sociali
- la figura del socio
- la contestualità del tesseramento
- gli organi sociali
Oggi analizziamo la procedura per la chiusura delle associazioni non riconosciute (quelle riconosciute hanno un iter più complesso).
Lo scioglimento di un’associazione può avvenire per diverse ragioni: quando sono state raggiunte le finalità istituzionali oppure è divenuto impossibile raggiungerle, oppure quando gli associati sono venuti tutti a mancare (art.27 Codice civile CAPO II).
In questo ultimo caso intendo dire che non esiste più la volontà da parte dei soci di lavorare insieme, oppure la base associativa è andata riducendosi nel tempo fino a rendere impossibile proseguire le attività.
Nello statuto dovrebbero essere disciplinate le modalità dello scioglimento dell’associazione. Di norma:
- il consiglio direttivo deve convocare un’assemblea straordinaria la quale dovrà deliberare la chiusura dell’associazione e la devoluzione del patrimonio sociale, dedotte eventuali passività;
- sono previste delle maggioranze qualificate per le votazioni, ossia serve un numero prestabilito di presenze e un’alta percentuale di favorevoli.
Se nello statuto non è previsto nulla, ci viene in soccorso l’art.21 co.3 del Codice civile, il quale è applicabile anche alle associazioni non riconosciute e stabilisce: “Per deliberare lo scioglimento dell’associazione e la devoluzione del patrimonio occorre il voto favorevole di almeno tre quarti degli associati”.
Il patrimonio sociale
Per quanto riguarda il patrimonio sociale la procedura da adottare è la seguente:
- prima l’associazione deve pagare eventuali debiti,
- poi gli eventuali residui monetari devono essere donati ad altra associazione che operi nello stesso ambito.
I beni materiali (bancone bar, sedie, attrezzature, ecc.) devono essere liquidati (cioè venduti o rottamati) o anch’essi vanno donati ad associazioni similari.
In assenza di istruzioni nello statuto, l’assemblea straordinaria deve decidere a quale ente associativo devolvere il patrimonio.
Inoltre deve approvare un rendiconto economico annuale fino alla data di chiusura, dal quale sarà rilevato il patrimonio sociale.
Questo punto è molto importante perché risponde al principio cardine delle associazioni non profit di non devolvere gli utili tra i soci in nessun momento della vista associativa, quindi neanche in caso di chiusura.
Se i soldi non bastano?
È bene ricordare che se il patrimonio sociale non fosse sufficiente a coprire tutti i debiti, anche se l’associazione è sciolta rimane valido quanto sancisce l’art.38 del Codice civile: “Per le obbligazioni assunte dalle persone che rappresentano l’associazione i terzi possono far valere i loro diritti sul fondo comune. Delle obbligazioni stesse rispondono anche personalmente e solidalmente le persone che hanno agito in nome e per conto dell’associazione.”
Comunicazioni da fare dopo lo scioglimento
Una volta pronto il verbale di assemblea che ha sancito lo scioglimento dell’associazione, bisognerà procedere con i seguenti adempimenti/comunicazioni:
- il presidente dovrà recarsi all’Agenzia delle Entrate per la chiusura del codice fiscale e dell’eventuale partita IVA (oppure delegare qualcuno per iscritto);
- informare i vari uffici responsabili di eventuali registri (ONLUS, associazione promozione sociale, CONI per le associazioni sportive dilettantistiche, volontariato, ecc.);
- informare il Comune di residenza dell’associazione;
- informare la banca per l’estinzione del conto corrente (se esiste);
- presentare le dichiarazioni modello UNICO e IRAP e modello 770 (se dovute);
- chiudere i contratti delle utenze, di affitto, di collaborazione, ecc.
E alla fine?
Una volta espletate tutte le operazioni e le comunicazioni relative allo scioglimento, non va buttato nulla!
La documentazione dell’associazione (verbali, fatture, bilanci, ecc.) va conservata per 10 anni perché il fisco e gli altri organi di controllo potrebbero chiedere di visionare i documenti.
Vuoi maggiori informazioni su questo argomento? Vuoi sottoporci un caso specifico? Scrivici.
Lavoro dentro e a fianco del mondo no profit da oltre 25 anni. Ho fondato e amministrato organizzazioni attive in campo sociale e culturale. Il mio obiettivo è aiutare le associazioni a lavorare meglio, a crescere in modo sostenibile e vantaggioso.