L’importanza di fare rete

La capacità di fare rete è diventata indispensabile per costruire progetti che abbiano qualche chance di essere finanziati.

Ne parlerò a fondo durante il prossimo  seminario gratuito sulla progettazione nelle associazioni.

Dai bandi europei a quelli delle grandi fondazioni fino a quelli degli enti locali, ormai la presenza di una rete viene chiesta ovunque.

Ma perché fare rete è così importante? E perché le organizzazioni non profit sono poco inclini a lavorare in rete?

In questo articolo proverò a rispondere e farò alcune riflessioni che spero ti chiariscano cosa ci aspetta per il futuro.

 

Cosa vuol dire fare rete?

Nell’ambito della progettazione vuol dire la capacità di soggetti simili e/o di varia natura di unire risorse, persone e conoscenze per raggiungere degli obiettivi.

È una caratteristica chiesta da molti bandi perché rende più efficaci le attività, quindi facilita il raggiungimento degli obiettivi prefissati.

Nella pratica fare rete vuol dire:

  • condividere obiettivi comuni;
  • concertare le azioni da svolgere;
  • coinvolgere tutti i partner nella realizzazione del progetto.

Sembra facile, ma prova a ricordare: con quanti soggetti ha collaborato la tua organizzazione negli ultimi anni in nodo continuativo o per attività prolungate?

Scommetto che si contano sulle dita di una mano. Sempre che ci siano stati…

E ancora: qual è il motivo che vi ha trattenuto dal costruire la relazione con un altro soggetto?

 

Le resistenze e i problemi da affrontare

Diciamocelo: ogni associazione nasce pensando di essere l’unica o la migliore a svolgere una determinata attività.

Questa convinzione è uno degli ostacoli principali al mettersi in gioco.

Oltre a questo, i problemi classici del lavorare in rete sono:

  • mancanza di preparazione e abitudine a lavorare insieme;
  • resistenza dei gruppi dirigenti a riconoscere persone più idonee (interne o esterne) a coordinare le attività progettuali;
  • difficoltà a mantenere la concretezza durante il lavoro.

C’è un altro punto critico, sul quale voglio spendere qualche parola in più.

Collaborare con altre organizzazioni è faticoso e dispendioso, non solo in termini di risorse.

Raggiungere un accordo vuol dire mettersi in gioco, confrontarsi, ascoltare l’altro e accordare fiducia alle sue idee.

D’altro canto vuol dire anche imparare cose nuove che non immaginavamo: pratiche diverse per lavorare meglio, per risparmiare o per accedere a nuove partnership.

 

I benefici della rete

È proprio il caso di dire che l’unione fa la forza, perché i benefici del lavorare in rete sono veramente tanti.

Ecco quelli principali:

  • arrivare dove non saremmo mai arrivati da soli, sia in termini di accesso ai bandi che di qualità delle azioni proposte;
  • essere in grado di intervenire in più settori;
  • scambiare informazioni e buone pratiche, cioè evolvere;
  • costruirsi una reputazione nei confronti di enti finanziatori e di eventuali donatori, spendibile in altre attività future;
  • costruire relazioni stabili con altri soggetti (profit e non profit), utilizzabili per altre attività future (non solo progettuali);
  • ottimizzare le risorse umane ed economiche.

 

In conclusione

Le organizzazioni non profit, salvo poche eccezioni, non sono ancora abituate a lavorare in rete.

Ma sono obbligate ad imparare perché:

  • le fonti di finanziamento sono diminuite e chiedono sempre più un’alleanza tra soggetti diversi;
  • in futuro la capacità di lavorare in rete sarà strategica per svilupparsi.

Imparare vuol dire crescere,  ma il processo di apprendimento richiede attenzione e pratica.

Per iniziare è fondamentale conoscere le basi, che vedremo insieme durante il  seminario gratuito.

Poi serve tanta pratica da fare sul campo, cioè scrivendo progetti e provando a partecipare ai bandi.

Cominciando da quelli che sembrano più abbordabili, in base alle cose che sappiamo fare e alla rete che siamo in grado di costruire.

Lo stesso metodo vale per la costruzione delle reti: è bene partire dai soggetti che conosciamo o che possiamo avvicinare, tenendo sempre presente le richieste del bando.

Infine, un principio da tenere sempre presente: progettare insieme è un’assunzione di responsabilità perché anziché lamentarci ci impegniamo tutti insieme a risolvere un problema, a migliorare una situazione (enti pubblici, imprese e non profit).

Questa si chiama politica, nel senso più nobile del termine.

Germana Pietrani Sgalla

Vieni ad imparare le basi della progettazione,  iscriviti  al nostro seminario gratuito

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