Tra passato e futuro di un circolo

Prima che iniziasse la stagione dei nostri seminari gratuiti (sabato 21 novembre è in programma l’ultimo di quest’anno) ho incontrato Giuseppe Donninelli, presidente del Circolo Cittadino ARCI Monte San Vito, uno dei nostri primi clienti.

Giuseppe è un osservatore acuto, ascolta tutti e difficilmente perde le staffe.

È una persona schiva che ascolta più che parlare, quindi non è stato facile convincerlo a parlarmi di sé.

Invece è stato facile parlare del circolo che rappresenta, segno che tiene molto a questa associazione.

 

Partiamo dalla storia Giuseppe, è vero che il tuo circolo ha radici molto antiche?

Esatto. Da una ricerca effettuata nell’archivio storico comunale è emerso che già nel 1789 nella nostra sede c’era una caffè dove i giovani del borgo si ritrovavano per chiacchierare e giocare a biliardo.

Il nostro circolo, così com’è ora, ha più di 40 anni e da sempre è un punto di riferimento per i montesanvitesi.

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Raccontaci la tua associazione

Siamo uno dei principali punti di socializzazione e ricreazione del paese.

Abbiamo una raccolta di pubblicazioni che raccontano la storia di  Monte San Vito  e dei suoi abitanti a disposizione dei nostri soci, organizziamo gare di carte e biliardo e abbiamo una sala che riserviamo alle socie che vogliono giocare a burraco.

Infine nei nostri locali ha sede anche un “Vespa Club” costituito da un gruppo di nostri soci.

Il Club organizza eventi sul territorio e partecipa assiduamente ai raduni.

Partecipiamo attivamente anche alle iniziative ideate dal Comune e siamo aperti alla collaborazione con altre realtà del territorio, infatti nella bacheca all’ingresso esponiamo sia le nostre iniziative che quelle di altre associazioni.

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Perché hai deciso di impegnarti in una associazione?

Quando divenni socio del circolo non avevo chiaro in testa il perché: era semplicemente un luogo dove incontrare gli amici, leggere il giornale, organizzare attività da fare insieme agli altri.

Poi nel 1991 mi elessero presidente e mi confermarono per i 10 anni successivi.

L’anno scorso mi hanno eletto di nuovo dopo una pausa di 6 anni.

Ho imparato molto lavorando all’interno di questa associazione – sia di me stesso che degli altri – ed ho capito cos’è la cittadinanza attiva.

Faccio parte di una comunità e sento la responsabilità che ha ognuno di noi per far funzionare le cose.

Per questo ho accettato anche di occuparmi dell’amministrazione pubblica in qualità di consigliere comunale per cinque anni.

 

Quali sono le sfide maggiori che avete incontrato o che vi ritrovate ad affrontare più spesso?

Le sfide maggiori attualmente sono due.

La prima è la scarsa partecipazione dei giovani, che non sentono questo spazio come “proprio” e non lo sfruttano per sviluppare i propri interessi e la propria personalità.

Tra le conseguenze di questa noncuranza c’è la difficoltà per il Circolo a rinnovare i propri gruppi dirigenti.

Il secondo problema è la difficoltà di trasmettere il valore delle attività svolte.

Le associazioni svolgono un ruolo sociale fondamentale e strategico: accolgono e danno modo di esprimersi al disagio e al dissenso.

Si discute, ci si confronta in modo civile e democratico.

Senza questi “luoghi” il malessere potrebbe sfociare in altri modi più aggressivi.

 

Dicci una cosa negativa ma anche una positiva del mondo dell’associazionismo

La cosa negativa è che purtroppo anche i soci a volte danno tutto per scontato e non si rendono conto del valore di avere uno spazio proprio.

Leggere il giornale o giocare a carte non sono attività fini a sé stesse: aiutano a conoscersi, a socializzare, ad esprimersi e sentirsi uniti.

La cosa positiva è che tutte le associazioni hanno un potenziale enorme, ma siamo diventati talmente individualisti da non accorgercene.

Sono la cerniera tra le persone e le diverse comunità.

Nel Circolo di Monte San Vito io ho trovato spazio per esprimermi e dare il mio contributo agli altri.

Un’esperienza di vita che oggi consiglierei a tutti.

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