Intelligenza artificiale e Terzo settore: opportunità e sfide

L’Intelligenza Artificiale (AI) è una tecnologia tra le più innovative e rivoluzionarie dei nostri tempi che sta già cambiando il modo di vivere e di lavorare di moltissime persone.

Anche il mondo non profit non è immune da questo cambiamento e l’AI può offrire a questo settore un’ampia gamma di opportunità per migliorare le proprie attività.

In questo articolo vedremo come può essere usata l’intelligenza artificiale per migliorare la comunicazione, l’organizzazione, la ricerca di volontari, la raccolta fondi, l’analisi dei dati e molto altro.

Infine metteremo in evidenza quali sono i rischi associati all’utilizzo dell’AI in modo da maneggiare lo strumento con la dovuta attenzione.

Ma prima…

 

…cos’è l’intelligenza artificiale?

È un tipo di informatica che si occupa di costruire macchine più intelligenti in grado di eseguire compiti che normalmente richiederebbero il pensiero umano come ad esempio percezione, ragionamento, apprendimento e processo decisionale.

La capacità di apprendere automaticamente, in particolare, è diventata un’applicazione popolare dell’AI perché consente al computer di imparare dai dati e migliorare le proprie prestazioni nel tempo.

Lo scopo principale dei sistemi basati sull’AI è aiutare le persone a semplificare alcune attività che altrimenti assorbirebbero molto del loro tempo.

 

Perché interessa anche gli enti non profit?

Le organizzazioni non profit svolgono un ruolo fondamentale perché sostengono cause e comunità che spesso sono trascurate. Ma spesso operano con fondi economici e risorse umane limitati, il che rende difficile il raggiungimento dei loro obiettivi.

L’intelligenza artificiale può aiutarle a superare queste sfide ed ottenere un impatto sociale maggiore.

D’altronde l’AI è un argomento dibattuto anche nel mondo non profit, ancora prima che il lockdown conseguente alla pandemia nel 2020 lo costringesse a digitalizzare molti processi e servizi (ad esempio le assemblee e il tesseramento online oppure la riorganizzazione di alcune attività e servizi da remoto).

Gli studi effettuati negli ultimi anni si sono concentrati in particolare sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella raccolta fondi ed è questa la tendenza per le organizzazioni non profit più esperte.

Ma non è l’unico ambito che può beneficiarne.

 

I benefici dell’intelligenza artificiale per il non profit

I potenziali benefici sono molti; ovviamente ogni singolo ente valuterà quale sia il più strategico su cui puntare.

 

Efficienza

L’AI può essere usata per:

  • automatizzare attività ripetitive, come l’immissione e l’analisi di dati, liberando tempo per il personale da dedicare ad attività più strategiche;
  • migliorare l’accuratezza e la velocità di attività come la segmentazione dei donatori e le campagne di marketing.

 

Comunicazione

Le organizzazioni non profit possono utilizzare  chatbot  basati sull’AI e altri strumenti interattivi per relazionarsi con sostenitori, volontari e le persone in generale.

In questo modo le comunicazioni possono diventare più personalizzate e coinvolgenti, adatte alle esigenze di ogni singola persona o gruppo target.

Ad esempio un chatbot può:

  • rispondere in tempo reale alle domande sulla missione dell’ente e sui progetti in corso;
  • raccogliere risposte dai donatori, in modo da migliorare l’esperienza di donazione.

Nella promozione degli eventi l’AI può:

  • creare gli inviti;
  • raccogliere le iscrizioni ed i pagamenti;
  • gestire i biglietti;
  • inviare promemoria e ringraziamenti alle persone iscritte;
  • analizzare i dati relativi agli eventi passati, in modo da identificare le tendenze e migliorare i risultati futuri;
  • creare campagne di marketing mirate per attirare partecipanti.

L’AI può essere utilizzata anche per generare contenuti (immagini, testi, video, musica, ecc.) o per creare post sui social media che siano rilevanti per gli interessi dei propri follower.

 

Analisi dei dati

Gli enti non profit generano e raccolgono grandi quantità di dati, ma può essere difficile analizzarli e dare loro un senso.

L’AI può aiutarle a farlo in modo più efficiente consentendo loro di identificare le tendenze e prendere decisioni basate sui dati.

 

Raccolta fondi

L’AI può essere utilizzata per identificare e indirizzare i potenziali donatori in modo più efficace.

Ad esempio si possono utilizzare gli algoritmi di apprendimento automatico per analizzare il comportamento dei donatori e identificare modelli che indichino quali donatori hanno maggiori probabilità di donare.

 

Ricerca volontari

L’AI può aiutare a trovare nuovi volontari in modo più mirato. Ad esempio può essere utilizzata per:

  • analizzare i dati sui volontari attuali, in modo da identificare le competenze e le esperienze che sono più necessarie all’ente;
  • analizzare i dati raccolti dai siti web, dai social media e da altre fonti per identificare le persone che potrebbero essere interessate a fare volontariato per l’organizzazione;
  • creare campagne di reclutamento che raggiungano le persone con le competenze e gli interessi giusti;
  • automatizzare le attività di candidatura dei volontari (ad esempio la raccolta dei dati e l’invio delle email di conferma).

 

I rischi dell’intelligenza artificiale per il non profit

L’intelligenza artificiale offre enormi vantaggi potenziali (vedi la lunga lista sopra) e ne arriveranno molti altri in futuro grazie alla continua evoluzione digitale.

Ciò nonostante presenta anche diverse sfide e rischi da non sottovalutare che richiedono l’adozione di misure di controllo.

 

Preoccupazioni etiche

L’AI è una tecnologia che può essere utilizzata per il bene o per il male; la responsabilità ovviamente è di chi la usa.

Le organizzazioni non profit devono vigilare affinché i loro strumenti di intelligenza artificiale non contengano pregiudizi o discriminazioni che influenzerebbero negativamente la qualità dei servizi offerti.

Inoltre l’AI deve aiutare a supportare le relazioni umane, non sostituirle.

L’elemento umano, in particolare nel settore non profit, è e resterà fondamentale. Il calore umano, l’empatia, la compassione e la comprensione sono elementi essenziali per costruire relazioni con donatori, volontari e beneficiari.

 

Privacy e sicurezza

L’AI può raccogliere e analizzare grandi quantità di dati, che possono essere utilizzati per profilare le persone.

È importante che gli enti non profit:

  • rispettino la privacy dei donatori, volontari e beneficiari;
  • garantiscano di raccogliere e utilizzare i dati in modo etico e sicuro;
  • siano trasparenti sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale informando donatori, volontari e beneficiari su come viene utilizzata e sui dati che raccoglie.

Queste grandi quantità di dati possono rendere gli enti non profit possibili bersagli di attacchi informatici, quindi è fondamentale predisporre misure di sicurezza idonee e proporzionate.

 

Conclusioni

L’intelligenza artificiale può aiutare gli enti non profit a massimizzare il loro impatto sulle comunità attraverso il miglioramento dell’efficienza e dell’analisi dei dati; l’aumento del coinvolgimento; il potenziamento della raccolta fondi.

Tuttavia è fondamentale attrezzarsi prima di utilizzarla affrontando le questioni etiche e investendo nella formazione del personale deputato al suo impiego.

Inoltre, prima di partire, è bene:

  • avere chiari gli obiettivi che ci si prefigge e come si utilizzerà l’AI per raggiungerli;
  • iniziare in piccolo, con un progetto pilota, e misurare i risultati prima di ampliare l’utilizzo dell’AI.

Infine, è bene ricordare sempre che l’intelligenza artificiale è uno strumento. Cuore, mente e intelligenza devono restare umani.

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