Cominciamo col dire che il crowdfunding non è una parolaccia, bensì una modalità di finanziamento molto in voga in questo momento.
Moltissime organizzazioni non profit lo utilizzano perché permette di presentare un progetto ad un bacino di potenziali donatori teoricamente infinito. Di conseguenza, permette di ricevere donazioni anche da persone che non conoscono l’associazione proponente e non sarebbero mai entrate in contatto con essa.
Spesso però ci si concentra nella costruzione delle strategie di promozione del progetto senza verificare le implicazioni contabili e fiscali del crowdfunding.
Ne parliamo in questo articolo per aiutare le associazioni a scegliere il tipo di crowdfunding più adatto alla propria realtà.
In fondo all’articolo abbiamo inserito anche un capitolo sui vantaggi fiscali per i donatori e, come sempre, i nostri consigli.
Cos’è il crowdfunding?
Il crowdfunding è un metodo innovativo di finanziamento di progetti da parte di donatori (“crowd“), tramite donazioni in denaro (“funding“) effettuate attraverso internet per sostenere i progetti degli enti non profit, quando non hanno a disposizione i fondi necessari per la loro realizzazione.
In pratica è una forma moderna di raccolta fondi che si svolge interamente online su piattaforme specializzate.
L’organizzazione non profit pubblica sulla piattaforma scelta il progetto, indicando la somma che ritiene necessaria per la realizzazione e l’eventuale remunerazione (anche non monetaria) che intende riconoscere ai donatori.
Naturalmente bisogna saper scrivere un progetto, cosa non scontata per le associazioni (se vuoi saperne di più sulla progettazione iscriviti al nostro seminario gratuito).
Esistono diversi modelli di campagne crowdfunding ed ognuno di essi ha specifiche caratteristiche. I profili contabili e fiscali variano a seconda del modello di raccolta utilizzato e del soggetto promotore della campagna.
Il crowdfunding dal punto di vista contabile
Oltre alla normativa di riferimento sulle raccolte fondi per le organizzazioni non profit (art.143 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi), ci viene in aiuto un documento pubblicato dalla Fondazione Nazionale dei Commercialisti.
In questo documento, la Fondazione conferma che le risorse economiche ottenute tramite una raccolta fondi online vanno considerate come “donazioni in denaro”.
Per donazioni in denaro si intendono: “tutte le dazioni in valuta effettuate da persone fisiche o giuridiche in favore dell’ente e caratterizzate da assenza di corrispettive cessioni di beni o prestazioni di servizi”.
Nel documento non viene esaminato il modello di crowdfunding che prevede una “ricompensa” in cambio della donazione in denaro (cessione di beni o prestazione di servizi).
Per questa fattispecie la situazione si complica ed è necessario analizzare caso per caso, per valutare se la raccolta fondi rientra tra le attività istituzionali dell’ente o tra quelle commerciali.
Da questa decisione dipenderà la gestione fiscale dei fondi raccolti.
Dal punto di vista contabile gli enti non commerciali devono redigere, entro quattro mesi dalla chiusura dell’esercizio sociale, un apposito rendiconto in cui devono essere riportati in modo chiaro e trasparente le entrate e le spese della raccolta fondi (a questo riguardo, sono molto utili le Linee guida della defunta Agenzia per le Onlus).
Il rendiconto dovrà essere accompagnato da una relazione che illustri oltre all’importo dei fondi raccolti attestati dai singoli versamenti, le somme destinate al progetto per il quale il crowdfunding è stato attivato.
Il crowdfunding dal punto di vista fiscale
I proventi del crowdfunding non sono soggetti a IVA, in base all’articolo 4, comma 4, DPR n. 633/72.
Non sono soggetti neanche a tassazione, in base al già citato art.143 e seguenti del TUIR.
L’articolo sancisce che non sono tassabili ai fini delle imposte sui redditi i “fondi pervenuti a enti a seguito di raccolte pubbliche effettuate occasionalmente, anche mediante offerte di beni di modico valore o di servizi ai sovventori, in concomitanza di celebrazioni, ricorrenze o campagne di sensibilizzazione“.
Quindi, riassumendo, devono essere presenti tutte le seguenti caratteristiche:
- deve trattarsi di iniziative occasionali;
- la raccolta fondi deve avvenire in concomitanza di celebrazioni, ricorrenze o campagne di sensibilizzazione;
- i beni eventualmente ceduti nell’ambito della raccolta devono essere di modico valore.
I vantaggi fiscali per i donatori
I donatori possono dedurre o detrarre le somme versate all’ente non commerciale in occasione della dichiarazione dei reddtiti (modello 730, modello Unico).
In questa guida dell’Agenzia delle Entrate si trovano tutte le informazioni necessarie.
Le donazioni sono deducibili anche se il beneficiario ha sede all’estero. La Corte di Giustizia europea infatti ha stabilito che è possibile beneficiare delle deduzioni fiscali previste all’interno del proprio Stato membro anche se la donazione è effettuata a favore di un soggetto con sede in altro stato.
In questo articolo si trovano i dettagli del caso analizzato dalla Corte di Giustizia europea.
In conclusione
Il crowdfunding è bello, democratico e molto vantaggioso per le organizzazioni non profit.
Come in tutte le cose però, non bisogna partire in quarta lasciandosi abbagliare dalle potenzialità del mezzo.
Noi consigliamo, prima di partire, di analizzare con un esperto del Terzo Settore tutti gli aspetti pratici della campagna, per non rischiare spiacevoli sorprese.
Sono fondamentali gli aspetti contabili e fiscali, ma anche la trasparenza e la comunicazione ai donatori. Non dimentichiamo che comunicare ai donatori tutte le fasi di realizzazione del progetto ed i risultati ottenuti è il modo migliore per ricevere la loro fiducia anche per progetti futuri.
Se vuoi sottoporci un caso specifico o vuoi chiarirti le idee prima di partire, scrivici.
Ultimo consiglio: per avviare una campagna di crodwfunding bisogna saper scrivere un progetto. Vieni a capire cos’è e come si fa al nostro seminario gratuito
Lavoro dentro e a fianco del mondo no profit da oltre 25 anni. Ho fondato e amministrato organizzazioni attive in campo sociale e culturale. Il mio obiettivo è aiutare le associazioni a lavorare meglio, a crescere in modo sostenibile e vantaggioso.