Diritti e doveri durante i controlli fiscali

Ricevere la visita di un accertatore è sempre un momento delicato, allora vediamo insieme quali sono i diritti e doveri del contribuente durante un controllo fiscale.

La scorsa settimana ho spiegato quali sono gli  obiettivi dei controlli fiscali  e le diverse modalità di verifica.

In questo articolo voglio descrivere:

  • come si comporta l’amministrazione finanziaria sia quando viene nei locali dell’ente, sia quando chiede ai dirigenti di consegnare della documentazione;
  • quali sono i diritti e i doveri dell’ente non profit sottoposto a verifica.

 

Le regole di base dei controlli fiscali

Un tempo l’organizzazione non profit era considerata una casa privata, quindi le norme di accesso erano le stesse.

Dal 2012 la normativa è cambiata e oggi i controlli nelle associazioni avvengono con le regole degli esercizi commerciali.

Quindi non serve più né il mandato firmato dal Procuratore della Repubblica né la presenza di “gravi indizi”.

È sufficiente il foglio di comando firmato dal capo reparto (per quanto riguarda la Guardia di Finanza) o l’ordine di servizio sottoscritto dal funzionario di livello superiore (per quanto riguarda l’Agenzia delle Entrate).

Il documento deve essere mostrato all’ente e deve contenere:

  • l’oggetto dell’accesso;
  • i motivi per cui è stato condotto;
  • il periodo interessato al controllo.

Va precisato però che per alcune modalità specifiche di controllo serve ancora il mandato del Procuratore della Repubblica. Per esempio nel caso in cui la sede dell’ente sia anche un’abitazione privata o se bisogna procedere a perquisizioni personali.

È importante sottolineare che l’accesso è legittimo se sussistono “esigenze effettive di indagine e controllo sul luogo” (art.12, comma 1  Statuto dei diritti del contribuente).

Affinché il controllo si svolga nel migliore modo possibile è importante che il rapporto tra gli enti incaricati di effettuare i controlli e il contribuente sia basato sui principi della collaborazione e della buona fede.

Lo Statuto del Contribuente (Legge 212/2000) è incentrato, infatti, sul rispetto reciproco e sull’osservanza dei principi di correttezza, trasparenza e partecipazione.

La Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate del Piemonte nella dispensa  “Associazioni Sportive Dilettantistiche: cosa fare per non sbagliare”  ci elenca i diritti e gli obblighi del contribuente in occasione delle verifiche.

 

I diritti

Tutta le attività ispettive (accesso, verifica e verbalizzazione) dovranno essere svolte alla presenza del legale rappresentante dell’associazione.

Il presidente dell’ente, se vuole, può richiedere di farsi assistere da un proprio consulente di fiducia. Se decide di farlo, le verifiche non possono iniziare prima della sua venuta presso la sede associativa.

Gli altri diritti elencati nello Statuto del Contribuente sono:

  • conoscere le ragioni che hanno giustificato l’accesso, nonché l’oggetto della verifica e il periodo interessato al controllo;
  • richiedere di essere assistito da un professionista abilitato alla difesa dinanzi alle commissioni tributarie;
  • chiedere che l’attività di verifica venga effettuata durante il normale orario di lavoro;
  • richiedere che l’esame della documentazione contabile e amministrativa prosegua presso l’ufficio dei verificatori o presso quello di un professionista di fiducia;
  • richiedere che l’attività dei verificatori non interferisca con la propria attività economica, arrecando la minor turbativa possibile;
  • far inserire le proprie osservazioni, rilievi, precisazioni nel processo verbale redatto dai verificatori;
  • richiedere, consultare ed esaminare copia dei documenti acquisiti alla verifica (salvo l’adozione di idonee misure cautelative), oltre ad ottenere una ricevuta dettagliata di tutti i documenti eventualmente “prelevati”;
  • rispetto da parte dei verificatori del segreto d’ufficio su tutti i dati, le notizie e gli elementi acquisiti durante le operazioni di verifica;
  • durata massima della verifica di 30 giorni lavorativi, prorogabile al massimo di altri 30;
  • leggere, sottoscrivere e ricevere copia dei diversi processi verbali redatti durante le operazioni di verifica;
  • ottenere notizia dalle banche della richiesta di estratti conto o notizie sui movimenti, effettuata dai verificatori;
  • rivolgersi al Garante del contribuente se ritiene non sia stato rispettato l’art.12 dello Statuto del Contribuente;
  • comunicare all’ufficio impositore, entro 60 giorni dalla notifica del P.V.C. (Processo Verbale di Constatazione) osservazioni e richieste e pretendere che l’avviso di accertamento non sia emesso prima di tale scadenza.

 

I doveri

Sempre lo Statuto del Contribuente ci elenca chiaramente anche i doveri da rispettare durante il controllo fiscale:

  • consentire l’entrata dei verificatori in tutti i locali per i quali è autorizzato l’accesso;
  • mettere a disposizione dei verificatori tutti i registri e le scritture contabili, oltre alla documentazione;
  • rispondere in modo chiaro e completo alle domande dei verificatori e non creare ostacoli alle operazioni di verifica;
  • custodire senza modifiche o alterazioni la documentazione esaminata dai verificatori e relativa ai periodi interessati dal controllo;
  • tenere durante le operazioni di verifica un comportamento caratterizzato dal principio di collaborazione e cooperazione con gli organi dell’amministrazione finanziaria.

 

In conclusione

La sostanza è sempre quella che vado scrivendo e ripetendo da anni, sia ai nostri clienti che ai dirigenti che partecipano ai nostri  seminari gratuiti.

Oggi non è più possibile improvvisare; le organizzazioni non profit non hano più alibi e devono essere in grado di dimostrare:

  • il rispetto delle regole della vita associativa (tesseramento, principio di partecipazione e di uguaglianza, trasparenza, ecc.);
  • il rispetto delle norme sulla gestione contabile e fiscale.

Il mondo in cui viviamo cambia velocemente e la fiducia delle persone bisogna guadagnarsela quotidianamente (soci, donatori, beneficiari, ecc.).

Per evolvere bisogna avere il coraggio di analizzare le debolezze della propria organizzazione, affidarsi a consulenti esperti di Terzo Settore e lavorare per rafforzarla.

Germana Pietrani Sgalla

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