Sport da contatto: stop agli enti non sportivi

Il  DPCM del 18/10/2020  contiene una serie di restrizioni che riguardano diversi ambiti, anche quello degli sport da contatto.

Il primo problema di tutti gli enti non profit, non solo quelli sportivi, è stato capire esattamente quali sport rientravano in questa categoria.

Il secondo problema è stato capire quali enti potevano continuare a svolgere quali sport e con quali modalità.

Se poi ci aggiungiamo che il DPCM è stato approvato domenica sera ed era operativo il lunedì mattina seguente, è chiaro il gran caos che gli enti non profit – e noi consulenti in crisi di nervi – abbiamo dovuto affrontare in poche ore.

Questo articolo nasce proprio dal lavoro di sintesi che abbiamo svolto per i nostri clienti e dalle tante domande che ci sono arrivate su questo argomento.

Con questo piccolo contributo speriamo di chiarire la situazione agli enti non profit che fino a ieri organizzavano attività sportive amatoriali e che oggi non capiscono se e come possono continuare a realizzarle.

In questo articolo trovi:

  • l’elenco degli sport da contatto vietati;
  • il dettaglio delle attività che possono essere svolte dagli enti sportivi;
  • il dettaglio delle attività sportive che possono essere svolte da tutti gli altri enti (APS, associazioni culturali generiche, OdV, ecc.).

 

Cosa prevede il DPCM del 18/10/2020 riguardo allo sport

Il decreto:

  • limita o vieta del tutto gli sport da contatto e le manifestazioni sportive dilettantistiche (in base al tipo di ente che le realizza);
  • consente lo sport a livello regionale e nazionale, sia dilettantistico che professionistico.

Ma cosa significa “sport da contatto”?

La definizione, ai fini dell’applicazione del DPCM, la fornisce il decreto del Ministero delle Politiche giovanili e lo Sport, il quale ha ricevuto l’incarico di elencare gli sport da contatto vietati o limitati.

Il Ministero dello Sport scrive che sono considerate discipline sportive “da contatto” quelle che prevedono durante lo svolgimento dell’attività sportiva occasioni di contatto ravvicinato, anche occasionali, che non consentono il rispetto delle misure di distanziamento sociale previste dalle norme emanate per il contenimento della pandemia da COVID-19.

Le discipline sportive “da contatto” individuate dal Ministero dello Sport sono elencate in  questo documento.

Tali discipline, sono vietate o ammesse esclusivamente in forma individuale (la distinzione è specificata nel documento) se vengono realizzate da enti sportivi.

Sono invece vietate del tutto se svolte in forma amatoriale, ossia realizzate da enti non sportivi (vedi capitolo successivo).

Il decreto non tocca per ora l’attività di palestre e piscine preannunciando una rivalutazione della situazione tra una settimana.

Ma ieri il Ministro dello Sport ha annunciato un  protocollo più rigido  già questa settimana.

 

Quali attività possono essere svolte dagli enti sportivi?

Il DPCM del 18/10/2020 modifica quando precedentemente previsto dal DPCM del 13/10/2020 e stabilisce che:

  • sono consentiti solo gli eventi e le competizioni riguardanti gli sport individuali e di squadra riconosciuti di interesse nazionale o regionale dal CONI, dal CIP e dalle rispettive federazioni sportive nazionali, enti di promozione sportiva, ovvero organismi sportivi internazionali;
  • per tali eventi e competizioni è consentita la presenza di pubblico, con una percentuale massima pari al 15% della capienza dell’impianto e comunque non oltre il numero massimo di 1000 spettatori per manifestazioni sportive all’aperto e di 200 spettatori in luoghi chiusi, esclusivamente con prenotazione e assegnazione preventiva del posto a sedere, con adeguati ricambi d’aria, sempre che sia assicurato il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro sia frontalmente che lateralmente, con obbligo di misurazione della temperatura all’accesso e l’utilizzo della mascherina. Le Regioni e le Province autonome possono stabilire un diverso numero massimo di spettatori;
  • le sessioni di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti, degli sport individuali e di squadra, sono consentite a porte chiuse, nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive federazioni sportive nazionali;
  • lo svolgimento degli sport da contatto elencati nel provvedimento del Ministro dello Sport, è consentito nei limiti sopracitati;
  • l’attività sportiva dilettantistica di base, le scuole e l’attività formativa di avviamento  relative agli sport di contatto sono consentite solo in forma individuale; non sono consentite gare e competizioni.

 

Quali sport da contatto possono essere svolti dagli enti non sportivi?

Gli sport da contatto presenti  nell’elenco redatto dal Ministero dello Sport  sono vietati se vengono svolti in maniera ludica-amatoriale da enti non sportivi, cioè non iscritti al  registro 2.0 del CONI.

Quindi, per intenderci, la famosa partita di calcetto tra amici è vietata.

Come anche le attività sportive negli oratori, nelle associazioni culturali, organizzazioni di volontariato, ecc.

Sono vietate anche gare, competizioni e tutte le attività connesse agli sport da contatto se hanno carattere amatoriale.

È possibile invece continuare a svolgere le attività sportive non presenti nella lista del Ministero dello Sport, sempre applicando le dovute misure di sicurezza.

La conseguenza di questo DPCM è che le stesse attività da contatto saranno consentite se a svolgerle sono enti sportivi (ASD o SSD), mentre saranno vietate per tutti gli altri enti non profit.

Ciò anche nei casi in cui gli enti non sportivi siano perfettamente in grado di garantire tutte le misure previste dai protocolli di sicurezza.

Vuoi maggiori informazioni su questo argomento? Vuoi sottoporci un caso specifico?  Scrivici.

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