La tessera: è possibile rilasciarla subito?

Filippo fa parte di un’associazione culturale e mi ha chiesto: “L’associazione può rilasciare la tessera durante le manifestazioni, gli spettacoli e i concerti contestualmente alla richiesta di adesione da parte della persona?”.

Per dare una risposta chiara e univoca dovrei conoscere maggiori dettagli, sia sull’associazione che sulle attività svolte.

In generale posso dire che la risposta è piuttosto complessa ed investe diversi ambiti: normativo, amministrativo e giurisprudenziale.

 

Il tesseramento contestuale

Il tesseramento contestuale è la procedura con la quale la tessera viene rilasciata all’atto della presentazione della domanda di adesione da parte della persona.

Non ci sono quindi tempi di attesa né riunioni del Consiglio direttivo immediate.

Il tesseramento è una fase cruciale per l’associazione.

Come ho scritto nella  precedente puntata  a proposito del socio, chiedere la tessera vuol dire condividere gli obiettivi di una associazione e decidere di farne parte per dare il proprio contributo alla realizzazione degli scopi sociali.

Ma per “sposarsi” bisogna essere in due a dire si. Quindi la consegna della tessera sancisce anche l’accettazione da parte del sodalizio all’ingresso del nuovo socio.

Per fare questo, l’associazione deve avere effettuato le valutazioni previste dal proprio statuto prima di accettare un nuovo socio e deve essere in grado di dimostrarlo.

Nello statuto dell’ente dovrebbero essere previste le norme sia per presentare richiesta di adesione che per l’accettazione della stessa (se nel vostro statuto non ci sono è un gran brutto segno).

L’associazione si deve attenere a queste regole in maniera rigorosa.

La contestualità del tesseramento, ovvero rilasciare la tessera immediatamente, mette l’associazione in una situazione molto delicata dal punto di vista delle autorizzazioni pubbliche, dei requisiti professionali, dell’idoneità dei locali per la sicurezza, fino al rischio della perdita di qualifica di ente non commerciale.

 

Non nascondiamoci dietro un dito

Spesso dare la tessera agli avventori è un modo per fare entrare più persone durante un evento aumentando in questo modo gli introiti della serata.

Lo sanno anche le autorità di vigilanza e la Siae.

Per questo motivo il controllo delle tessere è una delle prime operazioni che vengono effettuate durante un accertamento.

La domanda di fondo è: quelle stesse persone chiederebbero di diventare soci se non ci fosse l’evento? Sanno chi siamo e cosa facciamo? Siamo in grado di dimostrarlo?

Questo è il punto fondamentale: poter dimostrare che l’associazione segue le regole che si è data nello statuto e che effettua le valutazioni del caso su ogni domanda ricevuta.

Se non si fa questo, negli accertatori aumenterà il sospetto di essere è davanti ad una “finta” associazione, cioè un ente commerciale mascherato da associazione per eludere il fisco e i controlli saranno più approfonditi.

Esistono molte sentenze del TAR che vanno in questa direzione, seppure con sfumature diverse.

Esistono poi i criteri definiti dal Ministero dell’Interno da utilizzare durante un accertamento presso un’associazione.

Infine, ma non meno importante, c’è la normativa fiscale, la quale prevede chiaramente che non sono considerate commerciali le attività svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali effettuate verso il pagamento di corrispettivi specifici nei confronti dei soci.

 

In conclusione

Non c’è una ricetta semplice e chiara applicabile da tutti.

La cosa migliore è astenersi dal tesseramento contestuale. Se proprio vogliamo utilizzarlo è fondamentale:

  • avere regole statutarie chiare che lo prevedano ed eventualmente redigere norme di dettaglio nel regolamento interno;
  • avere verbali del Consiglio direttivo coerenti con le decisioni assunte al momento del tesseramento contestuale;
  • che questa pratica sia un’eccezione e non la normalità;
  • attuare procedure idonee a dimostrare la nostra diligenza (per esempio la richiesta di tesseramento online);
  • che ci sia coerenza tra le attività per le quali effettuiamo il tesseramento contestuale e la mission associativa;
  • che siamo in regola con tutte le normative, sia quelle relative alla nostra tipologia associativa (APS, ONLUS, volontariato, ASD, ecc.) sia quelle di settore specifiche per l’attività svolta.

Nell’ultima puntata di questa rubrica parleremo del momento più triste nella vita di un’associazione: lo  scioglimento.

Vuoi maggiori informazioni su questo argomento? Vuoi sottoporci un caso specifico?  Scrivici.

Condividi su :

Articoli recenti

Iscriviti alla nostra newsletter

È comoda, gratuita e ti arriva ogni 15 giorni.
Di sabato, così puoi leggerla con calma quando vuoi.