Debiti tributari dell’associazione: chi paga?

La Corte di Cassazione si è espressa più volte riguardo le responsabilità dei dirigenti degli enti non profit senza personalità giuridica in caso di debiti tributari.

È utile quindi:

  • fare il punto della situazione rispetto alle responsabilità di presidenti, amministratori e soci degli enti non profit senza personalità giuridica;
  • esaminare i principi sanciti dalla Corte.

 

Responsabilità di amministratori e soci

Su questo punto abbiamo scritto diversi approfondimenti, quindi non mi dilungo.

Ricordo solo che il Codice del Terzo settore ha rafforzato i  profili di responsabilità  degli amministratori, chiedendo maggiore professionalità e  trasparenza.

Ma anche i dirigenti degli enti non profit che scelgono di non iscriversi al RUNTS non sono immuni da responsabilità.

Per questi ultimi infatti resta in vigore  l’art.18  del Codice civile il quale prevede che “gli amministratori sono responsabili verso l’ente secondo le norme del mandato. È però esente da responsabilità quello degli amministratori il quale non abbia partecipato all’atto che ha causato il danno, salvo il caso in cui, essendo a cognizione che l’atto si stava per compiere, egli non abbia fatto constatare del proprio dissenso”.

Ricordo anche che la  responsabilità non attiene solo a chi riveste delle cariche sociali,  ma anche ai semplici soci che agiscono in nome e per conto dell’associazione.

In tutti i casi sopra esposti vale il principio generale secondo il quale chi agisce in giudizio per far valere tale responsabilità deve dimostrare l’effettiva attività svolta in nome e nell’interesse dell’associazione.

Ma la Corte di Cassazione, nell’ordinanza n.1793/2022,  ha sancito una differenza tra debiti di carattere privatistico e contrattuale dai debiti tributari.

 

Il caso di specie

L’Agenzia delle Entrate ha emesso delle cartelle di pagamento relative a tributi diretti ed indiretti a carico di una ASD non riconosciuta.

Le cartelle sono state notificate al presidente dell’associazione che ricopriva tale carica nel periodo di riferimento, ritenendolo coobbligato al pagamento dei tributi in base  all’art.38  del Codice civile.

L’ente ha fatto ricorso, vinto in primo e secondo grado, asserendo che non sia sufficiente la carica di legale rappresentante al fine di attivare la responsabilità personale e solidale prevista dal Codice civile, ma che occorra dimostrare la partecipazione del presidente nella gestione dell’ente.

L’Agenzia dell’Entrate è ricorsa in Cassazione, la quale ha contestato tale argomentazione ed ha effettuato un distinguo tra i debiti di carattere privatistico e contrattuale dai debiti tributari.

 

Debiti contrattuali e debiti tributari

Nel caso di debiti con l’erario la Corte ha specificato che “per i debiti d’imposta, che sorgono non su base negoziale ma derivano ex lege dal verificarsi del relativo presupposto, sia chiamato a rispondere solidalmente, tanto per le sanzioni pecuniarie quanto per il tributo non corrisposto, il soggetto che, in forza del ruolo rivestito, abbia diretto la gestione complessiva dell’associazione nel periodo di relativa investitura”.

Quindi, nel caso di debiti erariali, si presume che il legale rappresentante dell’ente abbia partecipato alle decisioni che hanno portato alla creazione di rapporti obbligatori tributari per conto dell’ente.

Di conseguenza non è più l’Agenzia delle Entrate ad avere l’onere di provare che il presidente abbia partecipato all’attività gestoria, ma è quest’ultimo che deve dimostrare il contrario per essere esonerato da responsabilità.

 

E se cambia il presidente?

Cosa succede se la carica di presidente nel corso del tempo viene assunta da diverse persone?

Chi risponde dei debiti tributari?

Secondo la giurisprudenza il soggetto che subentra alla guida di un’associazione non riconosciuta risponde delle obbligazioni fiscali degli esercizi precedenti, anche se queste siano state contratte dal precedente legale rappresentante, avendo l’onere di presentare le dichiarazioni dei redditi dell’ente (Corte di Cassazione sentenza 3093/2021).

Per l’accertamento della responsabilità personale e solidale del legale rappresentante dell’associazione non riconosciuta, quindi, bisogna considerare non solo la sua partecipazione all’attività dell’ente, ma anche il corretto adempimento degli obblighi tributari gravanti sul medesimo (Cassazione 4478/2018 e 22861/2018).

Vuoi maggiori informazioni su questo argomento? Vuoi sottoporci un caso specifico?  Scrivici.

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