Rendicontazione degli ETS – 3° parte

L’ho scritto più e più volte: la rendicontazione non è un affare semplice, tutt’altro.

Nelle precedenti puntate di questo studio ho presentato:

In questa ultima puntata mi soffermo sulla coerenza tra finalità, attività e poste di bilancio/rendiconto, poiché è fondamentale per redigere un documento veritiero, trasparente e completo.

Al termine di questo articolo trovi anche un esempio pratico di attività di interesse generale e di attività diverse.

 

La funzione del bilancio/rendiconto

Il bilancio – o rendiconto che sia – ha il compito di fornire informazioni:

  • sull’andamento economico, finanziario e gestionale dell’ente;
  • sulle le modalità di perseguimento delle finalità statutarie.

Vuol dire che deve comunicare, attraverso i numeri, lo stato di salute economico e finanziario dell’ente, ma non solo.

Deve anche riportare se le attività poste in essere dall’ente per raggiungere gli scopi associativi descritti nello statuto sono adeguate, vale a dire se hanno prodotto risultati economici e/o sociali.

Inoltre ha la funzione di soddisfare le esigenze informative dei gruppi di interesse con i quali l’ente ha rapporti. A titolo di esempio:

  • i volontari che forniscono il loro tempo senza nessuna aspettativa di un ritorno;
  • gli associati e i terzi beneficiari delle attività svolte;
  • i donatori che forniscono risorse sotto forma di erogazioni liberali;
  • gli enti finanziatori che forniscono risorse sotto forma di contributi per specifici progetti.

Quindi il bilancio deve mostrare una fotografia completa dell’ente a dare risposte a tutti i soggetti sopra elencati.

Ecco perché è il principale strumento di rendicontazione degli enti non profit.

 

L’importanza della contabilità interna

L’ente del Terzo settore (ETS) deve analizzare l’impianto e la modalità di tenuta della propria contabilità in modo da assicurarsi che la stessa sia adeguata, funzionale e conforme agli schemi e ai contenuti dell’art.13 del Codice del Terzo Settore e del D.M. 05/03/2020.

Vuol dire che l’ente deve essere in grado di fornire le informazioni essenziali e produrre i documenti comprovanti le movimentazioni contabili.

Ecco perché è fondamentale che l’ETS abbia una gestione contabile precisa e rigorosa.

Per essere ancora più chiara: non è più possibile tenere la contabilità di un ETS usando un quadernetto o un semplice foglio Excel.

E non si può pensare di cimentarsi nella scrittura del bilancio senza conoscere bene:

  • gli equilibri tra le entrate e le uscite fissati dal Codice del Terzo settore;
  • le regole di funzionamento del piano dei conti.

 

Il piano dei conti

Le rilevazioni contabili, cioè le registrazioni dei movimenti finanziari ed economici, si concretizzano attraverso il piano dei conti.

Il piano dei conti è un elenco ordinato e raggruppato di tutti le voci di spesa o di entrata utilizzati dall’ETS, che permette di distinguere le diverse operazioni relative ad ogni attività svolta.

Quindi il punto di partenza per definire il piano dei conti sono le attività svolte dall’ente.

 

Come riconoscere le attività svolte?

Lo statuto è uno strumento fondamentale per identificare le attività poiché al suo interno vengono descritti:

  • lo scopo sociale;
  • le attività di interesse generale che costituiscono l’oggetto sociale per il perseguimento dello scopo sociale.

Inoltre, in funzione al raggiungimento delle finalità sociali, vengono descritte:

  • le attività diverse;
  • le attività di raccolta fondi.

 

Attività di interesse generale

L’art.5 D.Lgs. 117/2017 sancisce che gli enti del Terzo settore esercitano in via esclusiva o principale una o più attività di interesse generale per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale.

Tali attività sono importanti perché contribuiscono a definire l’identità dell’ETS.

Inoltre, sono anche una delle condizioni necessarie per iscriversi al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore e qualificarsi ente del Terzo settore.

 

Attività diverse

L’art.6 co.1  del Codice del Terzo settore permette all’ETS di realizzare attività economiche differenti dalle attività di interesse generale e dalla raccolta fondi, a condizione che:

  • lo statuto lo consenta;
  • siano secondarie e  strumentali  rispetto a quelle di interesse generale;
  • siano svolte per il perseguimento in via esclusiva dello scopo sociale.

Inoltre, con il  D.M. 107 del 19/05/2021  il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha indicato i i criteri qualitativi (strumentalità) e i limiti quantitativi (secondarietà) per lo svolgimento delle attività diverse.

La realizzazione e gestione amministrativa delle attività diverse è molto delicata, poiché è uno degli argomenti maggiormente indagati da parte delle autorità preposte.

Quindi è importante che i dirigenti degli ETS pongano la massima attenzione a partire dall’ideazione delle attività e, nel dubbio, chiedano consiglio e assistenza a consulenti esperti del Terzo settore.

Inoltre, è importante tenere a mente che:

  • le attività diverse sono sempre considerate attività commerciali;
  • l’ETS è in grado di determinare le attività diverse se nello statuto sono state individuate in maniera corretta le attività di interesse generale.

 

Attività di raccolta fondi

L’art.7 del D.lgs 117/2017 prevede che gli enti del Terzo settore possono svolge delle attività ed iniziative di raccolta fondi al fine di finanziare le proprie attività di interesse generale, anche attraverso la richiesta a terzi di lasciti, donazioni e contributi di natura non corrispettiva.

Gli ETS possono realizzare attività di raccolta fondi anche in forma organizzata e continuativa, anche mediante sollecitazione al pubblico o attraverso la cessione o erogazione di beni o servizi di modico valore, impiegando risorse proprie e di terzi, inclusi volontari e dipendenti, nel rispetto dei principi di verità, trasparenza e correttezza nei rapporti con i sostenitori e il pubblico, in conformità alle  linee guida  previste dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

 

Domande da porsi

Quali sono le domande da porsi per individuare le attività, impostare la contabilità e imputare le voci del piano dei conti nelle giuste sezioni di bilancio?

Prima della riforma del Terzo settore la preoccupazione di ogni ente era capire se la natura dell’attività svolta fosse commerciale o non commerciale.

Dopo la riforma l’ETS deve:

  • valutare il tipo di attività e le modalità di svolgimento della stessa;
  • imputare le voci di conto relative alle uscite (natura – cosa si acquista) e alle entrate (provenienza) legate a quella quella determinata attività.

 

Facciamo un esempio

Per chiarire il concetto facciamo un esempio illustrativo di attività di interesse generale e di attività diverse.

Prendiamo un ente associativo (circolo sociale) iscritto nella sezione “Associazioni di Promozione Sociale” del Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS).

Nel suo statuto ci sarà scritto lo scopo sociale, ad esempio: “perseguire la coesione sociale, favorendo la partecipazione, l’inclusione dei soci”.

Poi saranno riportate le finalità specifiche dell’ente, come ad esempio: “creare uno spazio sociale e di aggregazione per la promozione della cultura”.

A seguire saranno elencate le attività di interesse generale esercitate dall’ente per raggiungere le proprie finalità.

Attenzione: le attività di interesse generale dovranno rientrare tra quelle previste dall’art.5 co.1 D.Lgs 117/2017.

In questo caso specifico saranno quelle corrispondenti alla lettera i) ovvero:

  • “organizzazione e gestione di attività culturali, artistiche o ricreative di interesse sociale, incluse attività, anche editoriali, di promozione e diffusione della cultura e della pratica del volontariato e delle attività di interesse generale di cui al presente articolo”.

 

Le attività non commerciali

Nella rilevazione contabile le voci di conto relative a:

  • corrispettivi versati dai soci per fruire dei servizi resi dall’associazione, come ad esempio un laboratorio musicale;
  • acquisto di materiale per l’attività di laboratorio;
  • affitto del locale dove vengono svolte le attività di interesse generali, compreso il laboratorio musicale;

sono legate allo scopo sociale e all’attività di interesse generale, di conseguenza sono considerate non commerciali.

 

Le attività diverse (o commerciali)

Immaginiamo che il circolo sociale, a sostegno delle attività di interesse generale, decida di svolgere in maniera marginale delle attività diverse, come ad esempio:

  • laboratorio musicale rivolto a persone non socie (corrispettivi versati da terzi);
  • somministrazione di pasti (ristorazione);
  • vendita di beni nuovi acquistati dall’ente.

Le attività sopra elencate sono differenti da quelle legate alle attività di interesse generale, quindi sono considerate attività commerciali, sono soggette a tassazione IRES e – a seconda dei casi – anche ad IVA.

Nel caso del laboratorio musicale rivolto a non soci la spiegazione è semplice: i corrispettivi derivanti da persone non socie sono incassi commerciali puri.

Nel caso della ristorazione e in quello della vendita di prodotti nuovi, la legislazione attuale dispone la loro natura commerciale.

Quindi il tesoriere dell’ETS che si occupa della gestione contabile deve avere le competenze necessarie per svolgere il suo incarico in maniera corretta (noi possiamo aiutarti con un corso di formazione su misura,  scrivici).

Ricordo infine che l’organo di amministrazione deve documentare il carattere secondario e strumentale delle attività diverse (art.13 co.6 CTS):

  • nella relazione di missione;
  • in una annotazione in calce al rendiconto per cassa;
  • nella nota integrativa al bilancio.

Vuoi maggiori informazioni su questo argomento? Vuoi sottoporci un caso specifico?  Scrivici.

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